Around House – La casa di Bruno

dalla relazione di progetto…

(…) L’obbiettivo di progetto è proprio questo: cercare di dare un significato al nuovo edificio a partire proprio dalle occasioni che questo ci mette a disposizione, oltre che, naturalmente a soddisfarne le esigenze funzionali.

Fermorestando che i piani esistenti, ovvero il seminterrato e il rialzato, non vengono interessati dall’intervento, le relazioni che si cercano attraverso l’intervento sono di due tipi. La prima interna, cioè legata alla disposizione degli spazi abitabili della casa, mentre la seconda è legata alla relazione fra l’interno ed il suo immediato intorno.

L’orientamento generale dell’edificio rimarrà invariato e confermato anche nell’organizzazione interna del nuovo alloggio, il quale sarà raggiungibile dall’ampliamento naturale della scala accessibile da un percorso che costeggerà il lato nord dell’edificio, e che formerà il secondo ingresso indipendente.

L’orientamento dell’alloggio funzionerà attraverso gli affacci principali verso sud e verso ovest, sfruttando così i prospetti migliori del lotto.

L’occasione che ci viene offerta dal sopralzo è quella di poter disporre di un aggetto in cemento armato, ex-cornicione di copertura, sufficientemente ampio per essere riutilizzato come terrazzo, lungo tutto il perimetro della casa, così che attraverso l’apertura di porte finestre nel pranzo, nel soggiorno, nello studio e nella camera a sud, si potrà avere una relazione esterno-interno sulle parti del lotto in cui insiste il giardino, verso sud e verso ovest.

Ma il balcone potrà girare tutt’attorno all’abitazione e servire, dal punto di vista figurativo, da elemento di riproporzionamento delle facciate, in cui la linea orizzontale contrasterà la naturale verticalità dovuta al sopralzo. Il ballatoio, che verrà finito ad intonaco per aumentarne il valore plastico, divide in due l’altezza ponendo sullo stesso livello gerarchico le due abitazioni della stessa casa.

Il nuovo piano in sopralzo sarà concluso con una copertura non visibile dall’esterno, realizzata in lastre di rame a bassa pendenza, contenuta all’interno delle murature perimetrali. Il bordo di chiusura superiore, il coronamento, tenderà a scomparire per lasciare spazio ad un cornicione a sporgenza minima, che risponderà semplicemente alla necessità di impedire il dilavamento della sommità della muratura.

Sarà demolito anche lo strato di graffiato plastico utilizzato come finitura esterna, che sarà sostituito con un intonaco civile tradizionale che ne accentuerà la semplicità plastica formale del nuovo edificio.

L’intervento così proposto trova la sua risposta formale in modo “quasi naturale”, seguendo, assecondando e rispondendo alle questioni emerse dalla nuova condizione di necessità. Non nel senso della mera necessità formale ma anche tecnico-pratica e quindi espressiva, assumendo un linguaggio architettonico adeguato al tipo di luogo in cui siamo chiamati ad operare: un luogo residenziale, organizzato per l’abitazione, non più in campagna ma ai margini della città in cui il verde è complementare alla struttura urbana. È questa, secondo noi, la principale caratteristica del luogo. Confermata in tutte le città d’Europa, dove la urban-villa, sempre nei casi migliori, detta le regole della figurazione architettonica.

Per questo motivo la nuova forma eloquente non può che essere immediata, semplice tanto quanto semplificata, mai “ricercata” o falsamente romantica, ma anche opportunista e approfittatrice di contingenze che ne hanno indicato la strada per operare le scelte decisive.

Il risultato finale ci appare quindi come la naturale trasformazione dell’edifico esistente, che rinuncia a quegli elementi formali che ne hanno caratterizzato il periodo storico. Una forma conclusiva ridotta, per quanto ci è stato possibile, a volume puro come risultato di un processo di riduzione formale che non è altro che l’unica strada percorribile in architettura, soprattutto oggi quando appare come atto arrogante il creder di sapere cosa è bello e cosa e brutto.

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