Nel tentativo di risolvere un problema tecnico-pratico, legato alla funzione richiesta dalla destinazione di Piano Urbanistico che prevede l’integrazione di servizi di quartiere in relazione alle attrezzature scolastiche, il progetto della ristrutturazione della cascina Bizzozero affronta innanzitutto un problema di continuità dell’architettura e quindi d’identità dell’edificio.
Ogni edificio può essere oggetto di trasformazioni, adattamenti e ricostruzioni, purché siano riconoscibili solidi e chiari principi formali, che ne garantiscano la conservazione dell’identità, le necessità espressive e lo specifico carattere di generalità.
L’analisi di progetto chiarisce quali siano gli elementi irrinunciabili per comprendere l’identità dell’edificio, elementi che hanno a che fare con il significato profondo dell’edificio sul suo territorio.
È quindi chiaro come, nonostante un radicale cambio di funzione, debba rimanere riconoscibile la questione tipologica dell’edificio.
All’interno della casa padronale trovano sede otto uffici, tre al piano terra e cinque al piano primo, destinati a piccole associazioni locali, mentre il corpo stalla/fienile ospita un nuovo accesso pubblico, un’aula didattica posta al piano terra e una sala riunioni al piano primo.
La barchessa assumerà la funzione di aula-magna, un’aula di riunione adatta a ospitare 80 persone.
Nella parte sud del volume della barchessa è stato realizzato un piccolo vestibolo, ovvero un volume vetrato che serve da filtro fra l’esterno e l’interno.
Va rilevato che è stata gelosamente conservata e restaurata la muratura perimetrale della barchessa, realizzata in pietra intervallata da corsi regolatori in laterizio; testimonianza dell’alta qualità delle maestranze che hanno operato nel XIX sec.
